“L’odio era una cosa strana, pensò, era appiccicoso, non se ne andava mai. Come la paura. Erano diventati parte di lui, come una macchia sulla pelle, un peccato sporco, vergognoso, e la sensazione che fosse tutta colpa sua. Come avrebbe potuto cancellare una cosa del genere?”
La morte di due persone sconvolge una tranquilla comunità che vive tra i mille canali del delta del Paranà. Dopo il ritrovamento sul luogo della tragedia di una lettera d’addio, la magistratura si affretta a chiudere il caso e lo archivia come duplice suicidio. Ma le dicerie che nel frattempo hanno iniziato a circolare tra gli abitanti delle isole raccontano un’altra storia. Julia, una professoressa dell’università di Buenos Aires, che passa gran parte del tempo sul fiume, insospettita dalle voci decide di indagare ed entra di nascosto nella casa dei due presunti suicidi. All’improvviso la sua curiosità fa affiorare dalle acque limacciose del fiume un’antica ferita che non si è mai rimarginata e che ora minaccia la vita di molte persone: un ex militare, un costruttore corrotto, un ragazzo a cui è stata sottratta l’identità, uno sceneggiatore che si è improvvisato ricattatore.
Il nuovo romanzo di Alicia Plante è un noir sorprendente, con numerosi rimandi alla prosa di Rodolfo Walsh. — El Mundo