“Ricordati sempre che sei daghestano, figliolo, e che non c’è oro al mondo che valga questa qualifica!”
Quando Shamil arriva al giornale trova la redazione in subbuglio: secondo una voce che sta facendo il giro del Paese i russi hanno innalzato un muro per isolare il Caucaso dal resto della federazione. La situazione diventa subito incandescente: manifestazioni e scioperi si susseguono giornalmente mentre i sostenitori dei movimenti islamici si scontrano con quelli dei partiti nazionali. Shamil vorrebbe continuare la sua vita come se niente fosse ma stenta a credere ai suoi occhi quando vede la fidanzata, Madina, indossare il velo e seguire i combattenti salafiti sulle montagne. Il sangue inizia a scorrere per le strade ma Shamil continua a esitare, non vuole scappare, fino a quando non è travolto dagli eventi. Alisa Ganieva ci racconta la storia di una catastrofe imminente, del declino di una società dilaniata dall’interno dove – come una visione – nel mezzo di quello che sembra un incubo, l’immagine della Montagna in festa appare come un rifugio contro tanta violenza e intolleranza.
Non è possibile considerare La montagna in festa come un libro fantastico o distopico. È un’opera di puro realismo, che racconta di qualcosa che potrebbe benissimo essere accaduta o accadere. - Frankfurter Allgemeine Zeitung