“L’uomo che si alza la mattina, si fa una doccia, fa colazione e poi esce nel sole della città, viene, non c’è dubbio, da più lontano che dal suo letto, e da un buio più nero e più fitto di quello della sua camera: nulla e nessuno al mondo potrebbe dire perché Leto, questa mattina, invece di andare come tutti i giorni al lavoro, sta camminando, indolente e tranquillo, sotto gli alberi che contribuiscono all’ombra della fila di case, lungo la calle San Martín in direzione sud.”
Leto e il Matematico si incontrano una mattina per strada. Il primo si è appena trasferito in città dove lavora come contabile. Il secondo viene da una famiglia dell’alta borghesia cittadina ed è appena tornato da un viaggio di studio in Europa. Decidono di fare un pezzo di strada insieme parlando della festa del poeta Washington Noriega, festa alla quale nessuno dei due ha partecipato.
A partire da un pretesto così semplice Saer costruisce una macchina letteraria perfetta, capace di insinuare il dubbio su tutto ciò che crediamo di vivere e percepire. Il lettore vede il romanzo dispiegarsi liberamente sotto i suoi occhi, come se si scrivesse da solo. Vede la coscienza dei protagonisti esitare e i loro ricordi ingannarli mentre si accumulano, passo dopo passo, parole non dette, angosce e disillusioni.
Cosa sono i ricordi, il tempo, la realtà e come li raccontiamo sono i temi dell’opera più filosofica di Saer, che è, allo stesso tempo, il commovente racconto della generazione perduta di un paese, l’Argentina, che proprio in quegli anni viveva il suo periodo più buio.
Uno dei romanzi più sorprendenti del XX secolo. – Le Figaro
Glossa coglie la natura selvaggia dell’esperienza umana in tutte le sue sfaccettature e la deriva cieca, incomprensibile e inarrestabile del tempo. – The New York Times
È un mondo intero, con le sue incertezze e il suo caos, quello che si dipana nel corso di questa passeggiata. Un mondo folle come quello che noi viviamo. - Le Monde