“Una scrittura intimista e delicata, ma capace di improvvisi e dolorosi affondi nell’animo umano.”
Custode di una villa sul mare e testimone delle estati spensierate dei giovani e ricchi proprietari, il vecchio giardiniere racconta con sguardo semplice e sensibile, distaccato e partecipe, il dramma di un amore mai finito. Legato alla vita dal tenero e struggente ricordo di sua moglie e dall’amorevole cura per i fiori, il giardiniere, alter ego dell’autrice, assiste impotente a una tragedia annunciata, cercando a suo modo di custodire i segreti e di alleviare i dolori. Giardino sul mare rappresenta un punto di svolta nell’opera della Rodoreda che definisce il romanzo: “bisogno di superamento, piacere di scrivere, lasciar credere a me stessa che ancora sapevo fare qualcosa, che potevo andare più lontano, che le mie aspirazioni di adolescente non erano scomparse”.
Uno scrittore che ancora sa come si chiamano le cose ha salva metà dell’anima, e Mercè Rodoreda lo sapeva fare. - Gabriel García Márquez
