“Il giorno si sveglia e anche Antónia. Si guarda intorno e dice che sembra l’Alentejo. Il professore spiega: È mediterraneo, hanno molto in comune: querce da sughero, un’economia sottosviluppata, ulivi, formaggio di capra e di pecora. Dio sapeva riconoscere le cose buone e si fece uomo in un luogo in cui si disprezzavano il lavoro, la schiavitù e la finanza. Dio fa le cose per bene e mai avrebbe pensato di essere tedesco.”
Si dice che se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Seguendo questo adagio popolare un picco lo paesino dell’Alentejo viene trasformato in una Gerusalemme portoghese per esaudire l’ultimo desiderio dell’anziana Antónia che vorrebbe, più di ogni altra cosa, compiere un pellegrinaggio in Terra Santa.Tra i personaggi che calcano il palcoscenico di questa messinscena accuratamente preparata si susseguono Rosa, la nipote di Antónia, appassionata lettrice di romanzi western e convinta che la Vergine Maria si sia sostituita alla sua vera madre; Borja, un professore in pensione emulatore di Diogene di Enoanda che come lui imbratta i muri del paese con citazioni e aforismi epicurei; una ricca signora inglese, che dorme dentro lo scheletro di una balena e organizza simposi filosofici con un bramino indiano e a un sacerdote nigeriano. Una commedia surreale e grottesca sull’amore, sulla perdita e sui cambiamenti che travolgono e condizionano le nostre vite.
Non avrò pace fin quando tutti i lettori non avranno letto Afonso Cruz. - Valter Hugo Mãe