“Quando uscì La Storia avevo nove anni. Elsa Morante, con il suo viso triangolare, i libri e il gatto era una figura familiare a casa mia come in tante altre case. Nel 1957 il suo secondo romanzo, L’isola di Arturo, aveva vinto il premio Strega, e noi bambini che a quel tempo neanche eravamo nati conoscevamo le sue foto; insieme a Pasolini e a Moravia componeva la triade della letteratura italiana, gli autori che non si poteva fare a meno di conoscere. Dei tre, Elsa Morante era la più difficile da interpretare, carezzevole e irosa, sorniona, severa. Insieme a Natalia Ginzburg e a una manciata di altre donne era stata un’apripista, una donna che aveva creato uno spazio nella vita pubblica, ampio, che prima non c’era, e che sarebbe servito un giorno a noi bambine (di sicuro sarebbe servito a me, anche se a quel tempo ancora non lo sapevo).”
Dall'introduzione dell'autrice
Elsa Morante ha attraversato e segnato il Novecento letterario italiano. “Una maestra necessaria” la definisce Carola Susani in questo libro, raccontandoci il suo personale e ininterrotto dialogo con questa autrice. In un percorso cronologico che analizza le opere più importanti di Elsa Morante – Menzogna e sortilegio, L’isola di Arturo, Il mondo salvato dai ragazzini, La Storia, Aracoeli – Carola Susani mette in luce i temi cari all’autrice in un’evoluzione che coinvolge sempre anche le trasformazioni delle voci narranti e infine ben sottolinea il ruolo da intellettuale che Elsa Morante ebbe nei confronti della società del suo tempo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.