Cinque curiosità su Hebe Uhart

Cinque cose che forse non sapevate su una delle più grandi autrici argentine del Novecento

 

1. Hebe Uhart era appassionata di viaggi, passione evidente sia in alcuni racconti che nelle cronache di viaggio che ha scritto. Non le sono mai piaciute le destinazioni esotiche però. Amava visitare piuttosto le piccole località, dove le persone erano più disposte a soddisfare la sua curiosità vorace per le storie e i dettagli: “mi piacciono i paesi perché sono accessibili, perché si possono attraversare e conoscere”.

 

2. Al primo posto dei suoi riferimenti letterari, Hebe Uhart metteva l’uruguaiano Felisberto Hernández, uno scrittore che amava e ammirava moltissimo.

 

3. Una delle caratteristiche più peculiari dei racconti di Uhart è il fatto che il narratore assume spesso la voce di uno dei personaggi, in una sorta di adesione tra autore, narratore e personaggio, resa possibile da “una religiosa attenzione ai dettagli” e soprattutto da “un orecchio in grado di percepire nitidamente i diversi registri”, come ha sottolineato Alejandro Zambra.

 

4. Se non avesse fatto della scrittura il suo lavoro, l’autrice avrebbe voluto “dedicarsi all’osservazione degli animali e analizzare il loro linguaggio”.

 

5. La famiglia è un riferimento molto forte nelle opere di Hebe Uhart: “Conoscevo tutte le storie di famiglia, fin da bambina mi piaceva ascoltare i racconti dei miei parenti, soprattutto quelli da parte di mia madre, perché erano di origine italiana, mentre da parte di mio padre erano baschi, e quindi molto più chiusi. Scrivere per me è stato una sorta di lavoro della memoria”.

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