Storia di un libro di culto: “Orso” di Marian Engel
La nostra storia inizia a Toronto, nei primi anni ’70. La protagonista è una scrittrice quarantenne nel pieno di una fase decisamente turbolenta della sua vita: sta crescendo due gemelli e affrontando un divorzio. Si chiama Marian Engel, ha quattro romanzi all’attivo ed è appena stata eletta presidente del Sindacato Scrittori Canadesi.
Ma il Sindacato è in ristrettezze economiche e Marian ha un’idea per raccogliere fondi: pubblicare un’antologia di racconti erotici, alla quale ha intenzione di contribuire personalmente insieme ad altri scrittori di rilievo. Scrive una bozza di una trentina di pagine, è una storia d’amore tra un orso e una donna, ambientata in una casa ottagonale su un’isola del nord del Canada. La trama si ispira in parte a una leggenda del folklore dei nativi canadesi ed è l’artista haida Bill Reid a suggerirle l’impianto centrale. L’antologia non vedrà mai la luce e il racconto “non funzionava come storia pornografica, ma l’idea era troppo bella per sprecarla”, dirà la stessa Engel in un’intervista.
Così si mette al lavoro, rielabora la bozza iniziale e ne ricava un romanzo. Lo propone a diversi editori e riceve una lunga serie di rifiuti: è troppo scandaloso, troppo stravagante. ll 7 novembre 1975 Dan Wickenden di Harcourt Brace le scrive di aver valutato la proposta: “la sua estrema stranezza rappresenta, temo, un ostacolo insuperabile nelle attuali circostanze”.
Poi però succede qualcosa: il manoscritto inizia a girare tra gli autori e critici dell’epoca e a gennaio del 1976 Engel riceve una lettera da Jack McClelland, in cui l’editore le riferisce che Robertson Davies gli ha raccomandato con entusiasmo la pubblicazione del romanzo. Il sodalizio con McClelland si trasformerà in uno stretto rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita.
Orso esce a maggio del 1976 e si guadagna la fama di “romanzo più controverso mai scritto in Canada”, e la sua pubblicazione porta Engel per la prima volta all’attenzione nazionale. Nonostante lo scandalo viene accolto perlopiù positivamente, anche all’estero, fino a ricevere il Governor General’s Literary Award, il più alto riconoscimento letterario del Paese.
Negli anni si susseguono le edizioni e le traduzioni, poi per un lungo periodo il libro viene dimenticato fino a quando, nel 2014, qualcuno lo trova in una vecchia edizione e rimane così colpito che scrive un post su Igmur intitolato What the Actual Fuck, Canada?. Il post diventa virale, portando a una rivalutazione moderna del romanzo. Escono meme, nuove recensioni, persino un Contest per illustratori, e si susseguono le traduzioni e le ristampe. Il National Post lo definisce il miglior romanzo canadese di tutti i tempi. È a tutti gli effetti un libro di culto. E la sua autrice un’icona della narrativa moderna.
Orso torna in una nuova edizione, in libreria dal 1 marzo. La traduzione è di Veronica Raimo, l’illustrazione in copertina di Wesley Bates.
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