Cinque curiosità su “Cose vive”

Cinque cose che forse non sapevate su Cose vive di Munir Hachemi

 

1. Il libro è nato da un’esperienza reale: al ritorno da un viaggio in Francia, l’autore ha proposto ai tre amici che erano venuti con lui di scrivere un racconto a testa. Il suo si è sviluppato nel romanzo che ora trovate in libreria.

 

2. Munir Hachemi ha definito Cose vive “una molotov contro il sistema che ognuno di noi si porta dentro”.

 

3. Il testo è diviso in sette capitoli (più un’introduzione), ognuno dei quali ha per titolo un’opera di un diverso autore: Piglia, Desnoes, Cristina Morales, Márquez, Borges, Carpentier e Vonnegut.

 

4. L’autore ha dichiarato che le sue origini algerine hanno influenzato il suo stile composito: “lì hanno un modo di narrare molto particolare, in cui da una storia si diramano molte storie”.

 

5. Il titolo del libro nasce da una riflessione sulla natura spersonalizzante del lavoro. Ha detto l’autore in un’intervista: “se vedo un uomo e una donna, vedo due persone, mentre a volte il lavoro ci riduce al dato biologico, a delle cose vive”.

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